Recensione: “Ragione e sentimento”, di Jane Austen
Ha più forza la ragione dell’anima o il sentimento del cuore? Ha effettivamente senso creare una distinzione tra le due componenti del carattere umano? Questo è il punto cruciale del famoso romanzo austeniano, che ci presenta la storia di due sorelle – Elinor e Marianne Dashwood – tanto unite quanto forti nei loro differenti stili di vita.
Elinor, la maggiore, pone la ragione, l’assennatezza e il giudizio al di sopra di ogni sua azione, di ogni suo palpito; al contrario, Marianne,
incarna appieno il cliché dell’eroina romantica per eccellenza: sentimentale, tragicamente legata al trasporto delle proprie emozioni, costantemente in balìa degli affanni del proprio cuore. Entrambe alle prese con la crescita e la conoscenza delle trame delle relazioni (familiari, amicali e sentimentali), Elinor e Marianne – insieme al lettore – vengono accompagnate dalla penna di Jane Austen in un viaggio letterario che le porterà, al termine del romanzo, ad una consapevolezza maggiore, all’acquisizione di esperienza e capacità di giudizio che rendono Ragione e sentimento un vero e proprio romanzo di formazione, oltre che un capolavoro della letteratura inglese.
La Austen indaga la sua società, i manierismi e le convenzioni del suo tempo, criticandole velatamente con l’ironia che sempre contraddistingue la sua produzione letteraria, mettendo sulla scena del proprio scritto anche dei personaggi che ci appaiono come ridicole, odiose macchiette (si pensi alla signora Jennings o alle sorelle Steele). D’impatto anche l’attenzione posta ai personaggi maschili, di cui la Austen ci propone esempi differenti: dal genuino signor Ferrars all’inaspettato e dolce Colonnello Brandon, passando ovviamente per l’imperdonabile Willoughby – sebbene l’autrice gli conceda l’opportunità di redimersi.
Rileggo un romanzo di Jane Austen ogni anno. Lo assaporo, lo vivo ogni volta. E ad ogni rilettura l’emozione resta viva dentro me fino alla fine del racconto, fino all’ultimo punto. Ragione e sentimento è un’avventura d’inchiostro che consiglio caldamente, insieme ad una buona tazza di thé e a qualche dolcetto alle noci.
Pubblicato il 10 gennaio 2016 su inkbooks