Ciao a tutti lettori e ben tornati nel mio piccolo spazio letterario virtuale!
Questo mese sono stato particolarmente inattivo sul blog – c’è da riconoscerlo! – ma tutta una serie di circostanze, accadimenti, impegni e progetti hanno assorbito gran parte del (poco) tempo libero che sempre abbiamo a disposizione nel quotidiano. Non da ultimo, sono riuscito a porre un nuovo “FINIS” a un mio romanzo inedito – e, lo ammetto, ne sono davvero felicissimo. Ci vorrà ancora un po’ di tempo, la giusta revisione e il passaggio da manoscritto a dattiloscritto (che sto attuando tra un ritaglio di tempo e l’altro!), ma prima o poi, ve lo prometto, anche questa nuova storia sarà vostra.

Nonostante tutto, anche nel corso di questo mese sono riuscito a trovare il giusto spazio da dedicare alle pagine altrui: ho, infatti, concluso la lettura di sei romanzi. Alcuni sono stati particolarmente impegnativi, lo ammetto, ma tutto sommato posso dirmi ampiamente soddisfatto degli incontri d’inchiostro di questo quinto mese del 2021. Non indugio oltre e parto immediatamente con il #WrapUp Maggio 2021!

1) Diario di un addio, di Andrea Terreni (Dialoghi edizioni)

Testo protagonista del progetto mensile #RagazziTraLePagine, Diario di un addio si presenta come un testo davvero breve, ma che permea questa sua brevità con tutta l’irruenza e la densità di una prosa intensa e pregnante. La narrazione ci fa incontrare ciò che il titolo e l’autore ci promettono: le pagine di un diario, il testamento emotivo e spirituale, l’ultimo congedo prima che il sipario dei giorni cali definitivamente sul Destino del protagonista.

Ne trovate una recensione approfondita e completa sul blog, che potete leggere cliccando qui.

 

 

 

2) Urla sempre, Primavera, di Michele Vaccari (NNEditore)

Un testo affascinante, complesso, unico nel suo genere, che ha richiesto concentrazione, fiducia e tempo per poter essere affrontato, compreso e elaborato. Michele Vaccari ci presenta una Genova distopica che fa da sfondo alle vicende intrecciate di tre generazioni, tre momenti del tempo che vanno a costituire un solo, unico ingranaggio letterario e storico, il potente strumento per la denuncia ideologica, sociale e umana dell’autore. Al centro della narrazione vi è il valore del sogno, la potenza della rivendicazione del sé, lo scontro con il potere, la disamina della relazione Uomo-Natura, l’importanza di essere ancora in grado di distinguere chi è degno di fiducia da chi è meglio accompagnare alle soglie dell’oblio. Linguaggi differenti, difetti da accogliere, empatie nelle quali specchiarsi – quando è possibile – costruiscono un mondo non così distante da quello attuale, quasi a voler anteporre alla mera narrazione un avvertimento sul domani, applicando spigoli nei quali inciampare come monito al grido di Urla sempre, Primavera!

 

 

3) In tutti i sensi come l’amore, di Simona Vinci (Einaudi)

Antologia di racconti brevi scoperta grazie a una puntata tematica del podcast letterario Bookatini (che vi consiglio caldamente di iniziare ad ascoltare e seguire – lo trovate anche su Spotify!), In tutti i sensi come l’amore – al contrario di ciò che si potrebbe pensare – ci parla di tutto, fuorché dell’amore. O, per meglio dire, Simona Vinci ci presenta tutto ciò che generalmente non viene classificato come amore dalla società ma che, in realtà, potrebbe benissimo essere assimilabile all’amore (quantomeno dai personaggi dei suoi racconti). L’autrice indaga l’ossessione, la perversione, la malattia, il feticismo, il non consensuale, il perturbante e lo trasforma in poesia, in magnetismo. Tredici racconti densi, tredici specchi per l’ombra dell’umanità, tredici discese tra le spire dell’incomprensibile. Simona Vinci ci parla di tutto ciò che più si distacca dal concetto puro di amore socialmente riconosciuto e accettato – la pedofilia, il patricidio, il tradimento, la morte – e ci spinge a indossare panni nuovi, a renderci compagni di un percorso sporco e solitario.
Sicuramente, una delle letture più belle del 2021 – fino ad ora.

 

4) Ciao per sempre, di Corinna de Cesare (Salani)

L’unico romanzo che, davvero, mi ha deluso in questo mese è stato proprio questa novità editoriale targata Salani. Corinna de Cesare nel suo Ciao per sempre intende raccontarci il ritorno al passato, il ritorno alle origini della sua protagonista – che, a causa di un lutto familiare è costretta a tornare nelle geografie della sua giovinezza e a fare i conti con un passato relazionale e sociale che aveva volutamente seppellito, lasciandoselo alle spalle. Se le premesse di questa trama sembrerebbero lasciar trasparire i risvolti emotivi, psicologici e affettivi della rivalutazione di antichi legami e rapporti che, con l’occhio della maturità, possono risorgere e splendere di nuova luce, quello che il romanzo mi ha restituito è stato solo un grande punto di domanda. Tutto sembra troppo sospeso, solo accennato, lasciato in superficie; ci sarebbero potuti essere tanti aspetti da approfondire e sviscerare e l’assenza di una vera immersione nei personaggi – a cui si accompagna una trama davvero deboluccia – resta uno dei punti negativi di questo romanzo d’esordio.

5) Monte Uccellino, di Marco Bosio (La Torre dei Venti)

Passando da un esordio all’altro, ecco che incontriamo – finalmente! – la penna di Marco Bosio, che ci prende per mano e ci porta a Monte Uccellino sulle sue ali sospinte dall’aria de La Torre dei Venti (potrebbe esserci un connubio migliore?). Marco ci racconta una storia che ha il sapore della favola, il retrogusto della leggenda, l’incalzante ritmo di una ballata. Approdati a Monte Uccellino, il luogo che fa da sfondo alle vicende dei personaggi che abitano le viuzze, le campagne, le botteghe e le istituzioni, sembra che il tempo si sia deciso a rallentare, tornando a una dimensione più intima e raccolta. Le tipiche dinamiche sociali e relazionali dei piccoli paesi vengono descritte con acume e ironia dall’autore che ci permette di incontrare uomini e donne tangibili, così semplici ma altrettanto veri da rimane a fianco a noi mentre scopriamo le loro vicissitudini. Una storia che riesce a essere confortante e che nel suo progredire va a chiudere un cerchio – un cerchio che ha la forma di un anello, di una Fede; un anello che viaggerà insieme a noi, di personaggio in personaggio, per tutta la durata della narrazione, consegnandoci un finale che corona le speranze e sigilla con sapienza i legami tra la carta e l’inchiostro.

6) Così come sei, di Stefano Bon (Clown Bianco edizioni)

Una narrazione che ci presenta la storia della relazione tra due individui che, nell’arco di circa quarant’anni, condividono non soltanto le scelte, le felicità e le euforie della passione, del sentimento e dell’amore, ma soprattutto il compromesso, il bilanciamento e la ricerca di un equilibrio che è indispensabile quando si sceglie di essere in due. Stefano Bon ci racconta di come l’essere in due debba essere – per funzionare – un percorso quotidiano, consapevole e un fine che si può raggiungere solo quando si è davvero pronti per compierlo, questo passo a due che, nei casi più fortunati, può condurre anche a un coronamento di luce. Imporsi un passo a due non è quasi mai benefico né salvifico; e anche questo ci viene splendidamente – e non senza picchi di commozione, soprattutto nel finale! – raccontato in Così come sei.

Ne uscirà prossimamente una mia recensione completa sul portale InkBooks.

 

 

Letture dense, scoperte letterarie e emozioni tangibili; ecco cosa porto con me da questo nuovo mese di lettura. Cosa mi attende a giugno? Lo saprete presto… seguitemi!