Badate a non fare promesse. Una promessa è un’ancora di piombo e, se voi la scagliate con tanta sicurezza anche nel fondale più basso, non potrete eluderne le responsabilità.

Al suo esordio letterario nel mondo del romanzo, Antonella Vitali propone al lettore Nettlesfiedl, un romanzo sorto sotto l’egida della Vintage editore e che rientra nella collana ‘New Vintage’ – possedendone appieno ogni caratteristica. La (bellissima) copertina scelta dalla casa editrice – come sempre, a cura di Manuel Faraone – dona di primo acchito l’idea degli umori che andremo a incontrare una volta iniziata la lettura del romanzo. Nettlesfield, infatti, attinge a piene mani – con padronanza e competenza non scontate e ammirevoli! – dall’universo vittoriano inglese e propone al pubblico contemporaneo una narrazione che nulla ha da invidiare alle penne di alcuni classici. I toni scelti, gli intrecci narrativi, le tipizzazioni dei personaggi, i leit motiv, il ritmo stesso del racconto sembrano provenire da un altro secolo e alimentano nella mente di chi sta “al di qua” della pagina la sensazione tangibile di trovarsi in un tempo diverso da quello attuale.

Ero, però, persuasa che mi volesse bene, che fosse indotto da una tenera e spontanea inclinazione, fiorita con gli anni, a considerarmi cara al suo animo, benché un’estranea ai suoi sentimenti.

Come in ogni romanzo vittoriano che si rispetti, anche Antonella Vitali ci mette nelle condizioni di vivere in prima persona le vicissitudini, i palpiti e le elucubrazioni della sua giovane eroina: Esther Branwell. Sarà lei la nostra guida fisica e sentimentale con cui attraverseremo le pagine di Nettlesfield. Alla narrazione canonica l’autrice intervallerà frammenti di lettere e pagine di diario, riflessioni e domande, pensieri che non faranno fatica a stimolare anche l’opinione del lettore (confesso di aver lasciato diversi appunti a matita a margine delle pagine, quasi sentissi la necessità di instaurare una conversazione a due con la signorina Branwell, con l’augurio di trovare io stesso le risposte più corrette su quanto ella desiderava indagare). Sarà uno spostamento geografico a dare origine alla quête di Esther Branwell: il momentaneo trasferimento presso la dimora della zia Melville e tutti gli incontri che ne deriveranno porteranno, in prima istanza, a una maturazione intellettuale e sociale della protagonista; in seguito, com’è facile immaginare, sarà la volta dell’educazione sentimentale della giovane eroina. Ma Antonella Vitali aggiunge un elemento – tradizionale nella letteratura da cui Nettlesfield attinge – che donerà sfumature d’ombra e tinte (quasi) gotiche ad alcune pagine del romanzo – Ann Radcliffe ne sarebbe stata davvero contenta!

Il passato è l’ombra di noi stessi […].
Il passato è un’ombra ostinata, vendicativa, ama dominare da re e non perdona: un uomo senza passato è un uomo condannato e sarà sempre colpevole.

Fortuitamente, Esther Branwell entrerà in contatto con un cimelio del passato, con una memoria sepolta a cui nessuna sembra prestare la necessaria attenzione, con un bisbiglio che – da quel momento in avanti – continuerà a riecheggiare nella mente della protagonista senza trovare mai pace. Un vecchio cofanetto dimenticato e sepolto da una silenziosa coperta di polvere darà, dunque, il via all’investigazione della signorina Branwell – che sarà determinata a scoprire quanto si cela nel passato della sua famiglia e a rimettere al proprio posto i tasselli della propria cronologia. Un segreto che potrebbe, per sempre, mutare il trascorso e il presente (e, forse, anche il divenire?), sovvertendo certezze e ribaltando inequivocabilmente i ruoli e le solidità di tutta la famiglia Branwell. E sarà anche grazie alle ombre di Nettlesfield – l’affascinante dimora abbandonata che dà il titolo al romanzo – che Esther saprà recuperare i frammenti di luce che chiariranno i passi compiuti tanti, tanti anni prima – Sembrava timida Nettlesfield, come sorpresa di essere l’oggetto di tanti sguardi, come stupita di essere così bella.

Ci sono cose che non ho detto. Ricordi che hanno valore solo nella memoria. Tracce di una lingua perduta rivelate da una fragranza o un suono e che rivivono ricalcate da una voce o un’immagine. Ma è stato bello raccontarti la mia storia.

Il gusto della narrazione, la volontà di architettare un romanzo denso – che unisce la classicità, la bella scrittura e il romanzo di formazione, strizzando l’occhio ad alcuni topoi della letteratura gotica – e la viscerale (sacrosanta!) attenzione ai dettagli, all’aderenza storica, al rispetto della tradizione di un genere letterario sono, di certo, tratti caratteristici della penna di Antonella Vitali. La costruzione dei personaggi viaggia di pari passo alla maniacale descrizione dei luoghi – sia interni sia esterni – e all’introspezione psicologico-sentimentale che emerge non soltanto dai dialoghi, ma anche dai frammenti di corrispondenza che ci viene concesso di sbirciare tra una pagina e l’altra.

Come siamo pronti a sacrificare la ragione, a immolare il decoro, in omaggio a un sentimento che c’impone d’essere prigionieri, debitori e schiavi! Poveri noi, come siamo assiduamente raggirati, imbrogliati e frodati dal nostro incauto cuore!

Nettlesfield è un romanzo per chi ricerca un sospiro sepolto dallo scorrere del tempo, per chi sceglie coscientemente di dedicare del tempo a rispondere ai perché, per chi ha compreso – crescendo – il valore di una promessa e che prima di pronunciarne una a cuore aperto soppesa cause e conseguenze, sottraendosi a un facile sorriso in favore della verità.

Impossibile intingere la mia penna nel senno e stilare parole di ragionevolezza: avrei pasticciato le impressioni e le apparenze con la verità, le illusioni e le speranze con la realtà e rinunciai a incidere nel tempo un ricordo dettatomi da impulsi confusi.

 

Dati tecnici:

Titolo: Nettlesfield
Autore: Antonella Vitali
Editore: Vintage Editore
Anno edizione: 2021
Pagine: 565
ISBN: 9791280466006
Prezzo: 16.00 €