Sono sempre stato affascinato da alcune delle donne peggiori dei romanzi di Jane Austen.


David Liss – scrittore e fumettista statunitense, classe 1966 – ha pubblicato nel 2011 il romanzo The Twelfth Enchantment, giunto solo di recente in Italia grazie all’opera di traduzione di Daniela Mastropasqua per Vintage Editore (collana “Gli Imperdibili”) con il titolo La Dodicesima Pagina. Protagonista di un BlogTour di cui presto potrete leggere opinioni e recensioni, il romanzo di David Liss si fregia di interesse, godibilità – e prossimamente ne comprenderete le ragioni – e introietta la passione non celata dell’autore per la narrativa di Jane Austen. Per gli appassionati della scrittrice britannica sarà davvero immediato il riconoscimento di alcuni echi inequivocabili, il rimando a nomi ben precisi, situazioni, cammei e caratterizzazioni a cui David Liss si è ispirato per la creazione della sua opera.

Con esplicita intenzionalità, David Liss non solo attinge al folklore magico inglese – rendendolo componente essenziale e permeante de La Dodicesima Pagina – ma si diletta, come egli stesso dichiara, nel giocare con i semi piantati da Jane Austen nei suoi romanzi immortali. L’eroina principale della narrazione, Lucy Derrick, strizza infatti l’occhio all’incauta e plasmabile Lydia Bennet (la sorella minore di Orgoglio e Pregiudizio): rapita in giovanissima età dalla passione poco ponderata per un giovane libertino – Jonas Morrison – ella seguirà le orme del personaggio austeniano gettandosi troppo prematuramente in una relazione sentimentale che la porterà sino alle soglie della rovina sociale. Meno frivola e più fortunata della signorina Bennet, tuttavia, Miss Derrick avrà la fortuna di vivere la propria personale “seconda occasione”.

Ma è con l’entrata in scena del personaggio di Mary Crawford che la citazione austeniana si radica con assoluta certezza nell’opera di David Liss: Sapevo anche che volevo avere Mary Crawford nel libro. Non un personaggio basato su di lei, ma il personaggio stesso. Volevo riprendere la storia del personaggio dopo gli eventi di Mansfield Park e mostrarla in uno stato alterato. Nel mio romanzo, è sicuramente cambiata, ma parti del personaggio rimangono le stesse: bella, affascinante, intelligente e intrigante, racconta l’autore. La Mary Crawford de La Dodicesima Pagina conserva, tra tutti gli aspetti caratteriali sorti dalla penna di Jane Austen, l’ambiguità. Un’ambiguità che attraversa tutto il romanzo e che, ad ogni apparizione della donna, muta pur nella sua solida costanza.

Se la Mary Crawford di Mansfield Park è il personaggio ambivalente che troviamo sulla scena della raffazzonata rappresentazione teatrale di Giuramenti d’innamorati in casa di Sir Bertram – in uno degli episodi maggiormente cruciali di Mansfield Park, tra tutti i romanzi austeniani certamente quello che meglio mette sulla carta la tematica della teatralizzazione del genere umano (clicca qui per un approfondimento su Mansfield Park) – ecco che la Mary Crawford di David Liss, con la sua presenza magnetica, incanta gli spettatori – e i lettori – con i suoi trucchi, i suoi non-detti e il fascino che si cela nel mistero del suo agire, nel non sapere quanta fiducia le azioni, le parole e le intenzioni meritino realmente.

Nel mio romanzo, aggiunge David Liss, troviamo Mary Crawford qualche anno dopo gli eventi di Mansfield Park. Ella ha sofferto del suo fallimento romantico e a causa della disgrazia legata a suo fratello che possiamo scoprire nella conclusione romanzo […]. Questo è sufficiente per dire che è una donna cambiata, sebbene il suo nucleo rimanga lo stesso. Un omaggio, quindi, che va a nobilitare un personaggio non propriamente positivo, restituendocene una versione più adulta e pronta a fare i conti con quanto la vita le ha insegnato – senza nulla togliere all’originale.

Vi sono, poi, altri elementi che un vero janeite noterà con vibrante emozione, riconoscendo il proprio amore per la più perfetta tra le scrittrici (come la definì Virginia Woolf in uno dei suoi saggi letterari dedicato alle donne e alla scrittura) nella penna di David Liss: tra i vari, mi sembra importante citare la comparsa del Principe Reggente (si ricordi che Jane Austen dedicò il suo romanzo Emma proprio al Principe Reggente, che si dichiarò fervente lettore dei suoi testi), l’accenno che spesso si fa alla persuasione (con evidente rimando all’ultimo romanzo terminato in vita dall’autrice) e una scena in particolare che, ne sono sicuro, rimanderà senza eccessivi dubbi a una delle più evocative e caratterizzanti del celeberrimo Orgoglio e Pregiudizio:


«Vostra Maestà è troppo gentile», disse Lucy.
«Troppo ubriaco, direi», commentò il signor Brummel, avvicinandosi ed esaminando Lucy come se fosse un dipinto di una mostra. «È abbastanza carina, suppongo, ma non di più. Non riesco a capire perché attiri la vostra attenzione».
Lucy si sentì come se fosse stata schiaffeggiata. Aveva assistito alla crudeltà della vita e alla moda di Londra: le frecciate, le digressioni, i sussurri. Non aveva mai dubitato che le signore alla moda la insultassero da una distanza di sicurezza, ma non avrebbe mai immaginato che qualcuno le avrebbe parlato in quel modo in faccia.


Arrivato a questo punto non mi resta che lasciarvi con queste lievi suggestioni e con la speranza che la recensione che presto potrete leggere vi spinga a tuffarvi in questa storia incantata e nostalgica, appassionante e coinvolgente. A presto per tutti i dettagli e gli aggiornamenti su La Dodicesima Pagina.


Per approfondimenti: https://austenprose.com/2011/09/12/the-twelfth-enchantment-blog-tour-with-author-david-liss/?fbclid=IwAR1dlW67XPeiebNkZAXJyZxZvs7fCosr0rCM9e4cVVTBBWcaMGzfiY4CFzI