Wrap Up Luglio 2020
Luglio - il caldo, caldissimo luglio - ci sta salutando. Si è trattato di un mese, quantomeno per me, parecchio complesso e davvero pienissimo. In tal senso, le letture ne hanno lievemente risentito e sono state solamente tre. Ve ne parlo nel consueto #WrapUp mensile.
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“Tempo variabile”, di Jenny Offill – la recensione
Quello che Jenny Offill e Tempo variabile, probabilmente, volevano dirci è che non importa se l’accoppiamento sia assortivo o meno; la vera questione è che all’interno della stanza, il più delle volte, è meglio entrarci da soli.
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Wrap Up giugno 2020
Benvenuti lettori in questo nuovo #WrapUp!
Siamo arrivati anche alla metà di questo anno bizzarro e imprevedibile... per fortuna che ci sono ancora delle certezze: i libri!
A giugno ne ho letti sei... ve ne parlo di seguito. Buona lettura!
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“Nella stanza chiusa”, di Frances Hodgson Burnett – la recensione
Nella stanza chiusa si è rivelata una breve lettura che mi è piaciuta; l'ho trovata, al contempo, malinconica e un po' creepy, rassegnata e vibrante. Un racconto che tratta un tema non lieto, ma che non lascia nel lettore una sensazione negativa o troppo triste. Sembra quasi che la Burnett voglia farci intendere di essere finalmente giunta - al termine della storia - a un'accettazione fatalista del Destino mortale dell'umanità e di essere riuscita, dopo quattordici anni, a scendere a patti con l'abbandono prematuro del suo piccolo Lionel.
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“Un’insolita Mary”, di S. M. Klassen – la recensione
La protagonista di queste pagine è proprio Mary Bennet, la sorella meno contesa tra le donne del mio amato Orgoglio e Pregiudizio, capolavoro - ma c'è davvero bisogno di dirlo? - di Jane Austen. Quando ho letto di questa novità editoriale non ho potuto fare a meno di dimostrarmi più che incuriosito. Il personaggio di Mary Bennet, infatti, resta, a mio avviso, uno dei più interessanti presenti nel romanzo austeniano.
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“Il parassita”, di Arthur Conan Doyle – la recensione
Nel 1894 Sir Arthur Conan Doyle presentava al suo pubblico appassionato il romanzo breve Il parassita, un testo che si discosta dalla produzione dell’autore più nota al grande pubblico e che ha per protagonista l’istrionico Sherlock Holmes e il fidato …
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Wrap Up Aprile 2020
Buonasera lettori! Aprile 2020 è stato un mese caratterizzato – come tutti noi ben sappiamo e difficilmente dimenticheremo – dalla quarantena causata dalla pandemia da Covid19. La socialità è venuta a mancare del tutto e questo ha portato, almeno nel …
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In Libreria: “L’ebreo Errante”, di Eugène Sue
L’ebreo errante, romanzo d’appendice (romanzo in feuilleton) francese opera di Eugène Sue, dopo anni di assenza dalle librerie italiane, torna sui nostri scaffali nell’edizione Rusconi tradotta da Rosa Anna Rita Costanzo – che sarà disponibile per l’acquisto a partire da venerdì …
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#RagazziTraLePagine: “Tre vivi, tre morti”, di Ruska Jorjoliani – la recensione
Questo romanzo narra le vicende di personaggi collegati tra loro, ma - al contempo - separati a livello spazio-temporale. La narrazione all'interno del romanzo, infatti, si snoda tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta del Novecento e include le vicissitudini quotidiane ed emotive di personaggi che sono inseriti appieno nel contesto storico-culturale del loro tempo. Un tempo che non tiene conto dei consueti ritmi di vita, poiché si tratta di momenti storici scossi da enormi difficoltà e cambiamenti sociali.
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“La resilienza del Bosco”, di Giorgio Vacchiano – la recensione
L’uomo è stato - ed è tutt’oggi - il maggiore distruttore della bellezza del pianeta; paradossalmente, la salvaguardia della Terra potrebbe partire dalle mani e dalle consapevolezze del suo stesso carnefice. È dall’uomo che può ripartire la ri-costruzione di un equilibrio tra uomo e Natura: noi umani dovremmo soltanto comprendere che la resilienza del bosco è, anche, la nostra resilienza. [E] forse non è un caso che la parola “umano” derivi dal latino “homo”, dalla stessa radice di “humus”, Terra. La sopravvivenza della Terra getta le sue radici di speranza in un equilibrio ancora da scoprire.
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