Catherine di Matteo Zanini.

Edito il 30.05.2019 da Literary Romance.

Genere: regency. 225 pagine

Dopo aver terminato questa lettura ho trascorso qualche piacevole momento sul blog di Matteo Zanini avendo la conferma di un ragazzo fuori dall’ordinario che sembra un vero e proprio extraterrestre nella società odierna. La mia passione per Jane Austen, per i suoi romanzi e per i più recenti sequel, prequel o, più in generale, opere di sua ispirazione, è ormai nota, ma non mi ero mai imbattuta in un uomo con questa stessa passione, che considerasse Jane Austen la sua autrice preferita e che avesse il coraggio di scrivere un romanzo inspirato a lei, d’ambientazione regency. È così che è nato Catherine, romanzo dalla storia editoriale un po’ travagliata, che ha, dopo anni di tribolazioni, visto finalmente la luce grazie alla Literary Romance. È un romanzo di cui consiglio la lettura a tutti coloro che hanno amato Jane Austen, a chi apprezza i regency e a chi non disdegna quelle storie famigliari d’altri tempi e a chi, infine, vuole ricompensare il coraggio di questo giovane autore così lontano dai canoni moderni e per questo ancora più speciale.

Già l’incipit del romanzo è molto austeniano e pone bene la basi della trama, incuriosendo il lettore su quello che andrà a leggere:

Frances Dawson, ancor prima di divenire la signora Olson, aveva ben chiaro quali fossero gli obiettivi da raggiungere nei primi venticinque anni della sua esistenza: circuire un giovane scapolo ricco abbastanza da provvedere a soddisfare ogni tappa del suo piano, sposarsi allestendo una cerimonia che sarebbe stata ricordata, per sfarzosità e opulenza, almeno nei successivi cinquant’anni, procreare una quantità non ben prestabilita di figlie femmine che le evitassero le dolorose noie e le sgradevoli fatiche della vita domestica.

Matteo Zanini ha forse il merito di aver creato la mamma meno materna che io possa ricordare di aver incontrato nelle mie letture, con un grado di egoismo e meschinità che può farla gareggiare con una delle peggiori matrigne delle favole. Ma qui non si tratta di una matrigna, ma di una madre che mette consapevolmente al mondo quattro figlie per renderle sue schiave affinché possano servirla e riverirla per il resto dei suoi giorni, senza poter soddisfare nessuno dei propri desideri e senza, più in generale, il diritto di vivere una vita propria. La cattiveria di questa donna non smetterà di stupirvi per tutta la lettura e non verrà mitigata neanche dai gravi lutti che colpiranno la sua famiglia nel corso del romanzo. Insomma, abbiamo davanti a noi un personaggio femminile con la cattiveria della matrigna di Cenerentola e la tenacia di Crudelia Demon. A questa donna, il destino ha voluto concedere quattro splendide figlie che faranno della loro complicità l’unica arma per contrastare la perfidia della madre.

La trama a un certo punto tralascia le vicende di casa Olson, per seguire la storia della figlia minore Catherine, appunto, la cui anima viene profondamente turbata a seguito di un incontro in libreria con un uomo in cerca di un libro che lo possa istruire a modificare la sua vita. La simpatia tra loro è immediata e nessuno dei due farà nulla per nasconderla. Il loro rapporto s’intensificherà a un punto tale che Catherine escogiterà una fuga proprio con lui. Non posso dirvi nulla di più della trama, a parte il fatto che non è affatto scontata come potrebbe sembrare da quanto detto fino ad ora e che il lieto fine faticherà ad arrivare. Lo stile dello Zanini da buon austeniano è quello del narratore onnisciente d’altri tempi, con tanto di morale finale, per i miei gusti un po’ troppo leziosa.

Un unico appunto: come spesso mi accade avrei preferito che quanto contenuto nella prefazione fosse stato riservato a una postfazione per non rovinare troppo l’attesa con troppe informazioni relative alla trama. Spero che Matteo abbia presto voglia di condividere con noi nuove storie dal sapore d’altri tempi.

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