“Julia Somerford”, di Karen Aminadra – la recensione

Un romanzo scorrevole e senza pretese, che si avvicina al lettore in punta di piedi, presentandosi come lieve compagnia per un pomeriggio di pioggia o per le prime serate autunnali. Il consiglio è di leggerlo accompagnando la lettura ad una tisana calda (o, perché no, a una tazza di cioccolata densa) e con un'essenza alla cannella che colma l'aria del suo bouquet speziato.
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“Kilmeny del frutteto”, di Lucy Maud Montgomery – la recensione

La trama di Kilmeny del frutteto è lineare e piuttosto semplice: la protagonista è una giovane fanciulla muta, il cui unico mezzo espressivo - oltre alla grafia - sembra essere il suo strumento musicale: un violino attraverso le cui corde Kilmeny riesce a manifestare i propri stati d'animo, le sillabe che la vita le ha negato, l'alienazione salvifica dentro cui, spesso, è costretta a ripararsi.
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“Molto rumore per Peter”, di Jean Webster – la recensione

Tra le pagine di Molto rumore per Peter non si trovano grandi eventi, riflessioni profonde o colpi di scena che lasciano col fiato sospeso: quello che è possibile riscontrare, al contrario, è la purezza della quotidianità, il carezzevole susseguirsi di eventi tanto semplici quanto - spesso - trascurabili; e l'importanza del romanzo, il segreto del Peter di Jean Webster, a mio avviso, risiede proprio in questo.
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“Nella stanza chiusa”, di Frances Hodgson Burnett – la recensione

Nella stanza chiusa si è rivelata una breve lettura che mi è piaciuta; l'ho trovata, al contempo, malinconica e un po' creepy, rassegnata e vibrante. Un racconto che tratta un tema non lieto, ma che non lascia nel lettore una sensazione negativa o troppo triste. Sembra quasi che la Burnett voglia farci intendere di essere finalmente giunta - al termine della storia - a un'accettazione fatalista del Destino mortale dell'umanità e di essere riuscita, dopo quattordici anni, a scendere a patti con l'abbandono prematuro del suo piccolo Lionel.
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“Un’insolita Mary”, di S. M. Klassen – la recensione

La protagonista di queste pagine è proprio Mary Bennet, la sorella meno contesa tra le donne del mio amato Orgoglio e Pregiudizio, capolavoro - ma c'è davvero bisogno di dirlo? - di Jane Austen. Quando ho letto di questa novità editoriale non ho potuto fare a meno di dimostrarmi più che incuriosito. Il personaggio di Mary Bennet, infatti, resta, a mio avviso, uno dei più interessanti presenti nel romanzo austeniano.
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