In questa nuova puntata della rubrica #BecomingJane ci concentreremo sull’universo maschile dei primi romanzi compiuti di Jane Austen, con un confronto diretto tra i ‘virili caratteri’ di alcuni uomini presenti in Lady SusanRagione e Sentimento. Zia Jane prediligeva, forse, gli uomini maturi o si divertiva a ironizzare su di loro?

Jane Austen ci presenta, quasi sequenzialmente, due personaggi non più tanto giovani sposati, invece, a fanciulle decisamente più giovani. Stante che, all’epoca, tale situazione non veniva considerata sconveniente o poco desiderabile, l’autrice si rapporta con questi due uomini maturi con terminologie alquanto differenti, che dipendono sostanzialmente dalla capacità degli uomini stessi di rappresentare per le proprie mogli esempi di virtù ed orgoglio. Lady Susan, rivolgendosi all’amica Alicia Johnson parla del marito di quest’ultima – un uomo in là con l’età e carico dei malanni più disparati, tra cui una fastidiosa gotta – come di una sorta di peso, che impedisce alla donna, più giovane, di vivere con serenità e libertà la propria età (non tenendo minimamente in considerazione né il rispetto verso il marito dell’amica né tantomeno quello verso il vincolo matrimoniale dei due coniugi):

Non c’era bisogno di quest’ultimo attacco di gotta per farmi detestare Mr. Johnson, ma adesso la mia avversione per lui è incommensurabile. Confinarvi a fargli da infermiera nella sua stanza! Mia cara Alicia, che errore imperdonabile è stato sposare un uomo della sua età! Abbastanza vecchio da essere rigido, schiavo della formalità e malato di gotta; troppo vecchio per essere piacevole e troppo giovane per morire.

Più avanti, verso la fine della narrazione, quando Mr. Johnson impedirà alla moglie di proseguire la sua amicizia con Lady Susan, quest’ultima sarà ancora più spietata e congederà l’amica di sempre con l’augurio: “adieu, amica prediletta. Possa il prossimo attacco di gotta esserti più propizio”, che avrebbe lasciato quantomeno perplesso chiunque.

In Ragione e sentimento, il Colonnello Brandon – l’uomo maturo in questione – rappresenta una vera e propria ancora di salvezza per la signorina Dashwood, e saprà essere degno delle sue aspettative romantiche, nonostante inizialmente ella non ne sia sinceramente convinta. La conclusione del romanzo e le conseguenti parole della Austen, testimoniano al contrario quanto il loro Destino sia protetto da una stella più che positiva e che il futuro, per Marianne, non poteva che presentarsi sotto vesti migliori di quelle del Colonnello:

Marianne Dashwood era nata per un destino particolare. Era nata per scoprire la falsità delle sue opinioni, e per cancellare con il suo comportamento i suoi principi più cari. Era nata per superare un sentimento scaturito niente meno che alla rispettabile età di diciassette anni, e, animata da un sentimento che non era nulla di più di una stima sincera e una viva amicizia, dare la sua mano ad un altro! E quest’altro era un uomo che aveva sofferto non meno di lei a causa di un precedente amore; e che, due anni prima, lei aveva ritenuto addirittura troppo vecchio per sposarsi… eppure non aveva neppure rinunciato alla salutare protezione rappresentata da un panciotto di flanella!