
“Il martellatore francese”, di Domenico D’Angelo – la recensione
La pelle degli uomini cambia a seconda dei posti e così cambia la vegetazione. In fondo, se ci riflettete, la vegetazione è la pelle del suolo. Proprio nel cuore del periodo della pandemia che ha martoriato le vite, le solidità …
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“Il mulino sulla Floss”, di George Eliot – la recensione
Il mondo non è fatto di penna, inchiostro e carta, e se vuoi progredire nel mondo, giovanotto, devi sapere come è fatto. Il primo – grande – romanzo con cui ho aperto il nuovo anno di letture è stato un …
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“Inconfutabili prove dell’esistenza di Babbo Natale”, di Alessandro Corea – la recensione
Inconfutabili prove dell'esistenza di Babbo Natale. L'incredibile caso di Anna Nera, romanzo d'esordio di Alessandro Corea, è un testo che riesce a coniugare il classico sapore delle strenne natalizie con il guizzo interessante della novità.
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#RagazziTraLePagine: “Enne”, di Valentina Durante – la recensione
Più egli cerca di incasellare e controllare le azioni e le abitudini, più l'incontrovertibilità dell'ipotetico che attraversa tutti i Destini umani sembra divertirsi a porlo dinnanzi alla necessità di rinunciare a queste manie superflue, improduttive e malsane. Recensione a "Enne", di Valentina Durante (Voland).
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“La forma del silenzio”, di Stefano Corbetta – la recensione
La scrittura di Stefano Corbetta ne La forma del silenzio (ed. Ponte alle Grazie) è, insieme, emotivamente potente e incredibilmente fluida. Un romanzo prezioso, da assaporare nell’abbraccio di un silenzio che nulla ha da invidiare al vociare chiassoso del mondo che corre al di là delle pagine.
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“Julia Somerford”, di Karen Aminadra – la recensione
Un romanzo scorrevole e senza pretese, che si avvicina al lettore in punta di piedi, presentandosi come lieve compagnia per un pomeriggio di pioggia o per le prime serate autunnali. Il consiglio è di leggerlo accompagnando la lettura ad una tisana calda (o, perché no, a una tazza di cioccolata densa) e con un'essenza alla cannella che colma l'aria del suo bouquet speziato.
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“Le città di carta”, di Dominique Fortier – la recensione
Un libro intriso d’oro e di lacrime, delicato e - insieme - poderoso, fragile e carezzevole come i petali dei fiori che, sin da piccola, Emily Dickinson scelse di avere come perfetti compagni di vita e di poesia.
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“Leucoidea, nel nome dell’io”, di Barbara Termine – la recensione
È sempre complesso parlare di un romanzo, quando è il romanzo stesso ad aver già detto tutto, quando sono state le emozioni a consentire uno scambio bilaterale tra la carta e il cuore.
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“Kilmeny del frutteto”, di Lucy Maud Montgomery – la recensione
La trama di Kilmeny del frutteto è lineare e piuttosto semplice: la protagonista è una giovane fanciulla muta, il cui unico mezzo espressivo - oltre alla grafia - sembra essere il suo strumento musicale: un violino attraverso le cui corde Kilmeny riesce a manifestare i propri stati d'animo, le sillabe che la vita le ha negato, l'alienazione salvifica dentro cui, spesso, è costretta a ripararsi.
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“Molto rumore per Peter”, di Jean Webster – la recensione
Tra le pagine di Molto rumore per Peter non si trovano grandi eventi, riflessioni profonde o colpi di scena che lasciano col fiato sospeso: quello che è possibile riscontrare, al contrario, è la purezza della quotidianità, il carezzevole susseguirsi di eventi tanto semplici quanto - spesso - trascurabili; e l'importanza del romanzo, il segreto del Peter di Jean Webster, a mio avviso, risiede proprio in questo.
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