Ci avviciniamo alla conclusione di questo affascinante tour all’interno delle opere incompiute di Jane Austen introducendo l’analisi di Sanditon, l’ultimo lascito letterario della nostra amata scrittrice.

Le ultime righe che Miss Austen ci ha donato corrispondono a dodici capitoli di un romanzo incompiuto che porta il nome di Sanditon, interrotto nel 1817 a causa della malattia che la condusse alla morte. Sanditon è il nome di fantasia che l’autrice ha assegnato ad un distretto balneare posizionato sulla costa del Sussex.

Nel Memoir scritto dal nipote James-Edward Austen Leigh viene detto: “Il 17 marzo è l’ultima data che troviamo sul manoscritto al quale lavorava: come l’orologio dell’annegato indica l’ora della sua morte, questa data sembra fissare il momento in cui la sua mente non poté proseguire la sua strada”. Esattamente quattro mesi dopo, Jane Austen verrà a mancare.

Nonostante il costante peggioramento delle sue condizioni di salute, è sorprendente il fatto che la Austen non perse mai – fino alla fine – il suo piglio ironico: ne è la perfetta dimostrazione uno dei temi principali (e maggiormente sviluppati) di questo romanzo. Tra le pagine, infatti, la malattia come  spunto caricaturale e l’insistenza sulla chimerica ricerca della salute perfetta si legano intimamente al mondo degli affari. Sebbene Jane fosse gravemente malata, in Sanditon ella non si priva del piacere di beffarsi di ipocondrie, debolezze e paure. Sanditon è l’emblema del cambiamento (è curioso che il romanzo che prende il titolo da questa località in evoluzione sia esattamente quello che segue Persuasione) e, come tale, alimenta nei suoi abitanti l’idea che il progresso vada assolutamente incoraggiato: il commercio, le innovazioni, l’aumento delle abitazioni, del denaro e del benessere sono tutte tematiche che entrano – forse per la prima vera volta – nel mondo austeniano.

Persuasione è stato sempre considerato dai critici come il romanzo della svolta, di quella Austen che si apre al mondo e “scopre” che c’è qualcosa che va al di là dei salotti, dei balli e delle famiglie; Anna Luisa Zazo ha scritto, sull’argomento: “E ancora una volta viene fatto di chiedersi: che cosa è accaduto perché Jane Austen passi da un’eroine eminentemente non completa, seppure convinta di esserlo,qual è Emma, a una figura come quella di Anne Elliot, modello di completezza e di equilibrio […]? Si sarebbe pensati di tentare che la ‘cara zia Jane’, lasciatasi da una decina d’anni alle spalle ogni speranza d’amore, avesse lei stessa raggiunto un equilibrio, una sua completezza, avesse trovato una sua pacificazione, ignara che non le sarebbe stato concesso di viverla a lungo.
Virginia Woolf, sullo stesso argomento, scrisse: “C’è un nuovo elemento in Persuasione, quella qualità che forse infiammava il dottor Whewell fino a fargli dire che era «la più bella tra le sue opere».

Probabilmente tutto ciò accade proprio perché in quello stesso periodo, nella vita della famiglia della scrittrice, è necessario esorcizzare un nuovo fantasma: il fallimento della banca di uno dei fratelli di Jane, nel 1816, aveva generato danni ingenti ad un altro fratello. Nel suo lavoro biografico, Dara Kotnik fa emergere alla perfezione la drammaticità della situazione:

Nelle settimane dedicate al libro, Jane lottò con le ore e con la paura. Le fitte alla schiena [causate dal complicarsi del Morbo di Addison] le impedivano di sedersi alla scrivania e le ultime pagine le scrisse a matita, distesa sul letto o sullo strano sofà che lei stessa si faceva allineando tre sedie, per non privare la madre dell’abitudine di appisolarsi, nel pomeriggio, sul divano. Diceva che su quelle sedie ci stava benissimo; coperte e cuscini ne attenuavano la durezza, ma non davano un’impressione di comodità a chi, andando a trovare Jane, si stupiva nel vederla così mal sistemata.

Quanto conserviamo del romanzo può essenzialmente delineare quella che sarebbe divenuta una trama: in seguito ad un brusco incidente in carrozza, i coniugi Parker vengono soccorsi da Mr. Heywood che stringerà di lì a poco amicizia con le due nuove conoscenze. Mr. Parker abita a Sanditon e intende trasformare tale località in una stazione balneare alla moda; per dimostrare che la propria idea può diventare una realtà effettiva, egli invita gli Heywood a trascorrere qualche tempo a Sanditon. La famiglia si vede tuttavia costretta a rifiutare la generosità della proposta a causa del numero elevato di componenti: di quattordici figli, viene dunque stabilito che partirà solamente la figlia maggiore, Charlotte. Una volta avvenuta la presentazione delle personalità più in vista di Sanditon, il lettore viene immediatamente calato in un’atmosfera densa di ipocondria: la maggior parte dei personaggi soffre difatti di tale “disturbo” e la presenza di un medico in città appare l’unica preoccupazione dei più. Alcune digressioni sui romanzi e sul loro intrinseco potere colmano le pagine che separano dalla conclusione del manoscritto.