Sanditon, l’abbiamo sottolineato più volte, è un romanzo che strizza l’occhio al futuro. Passato e futuro sono dualità contrapposte (e ben sappiamo quanto alla nostra scrittrice piacessero le dualità) che trovano un loro preciso spazio all’interno della narrativa austeniana. Vediamone qualche esempio in questo nuovo capitolo di #BecomingJane.

Nella prefazione a Persuasione, la studiosa Anna Luisa Zazo evidenzia come lo stile della Austen – a partire da tale opera – cominci a fare i conti con lo scorrere inevitabile del tempo:

Il tempo, nella doppia accezione del trascorrere del tempo e del tempo storico, dell’epoca in cui la vicenda romanzesca si colloca, è assente dai grandi romanzi di Jane Austen, nei quali è al contrario costantemente presente e essenziale il movimento, lo spazio. Vi sono, si intende, vecchi e giovani e individui di mezza età nei suoi romanzi, ma gli uni o gli altri non appaiono segno del trascorrere del tempo poiché li sentiamo come perennemente (si sarebbe tentati di dire, istituzionalmente) tali e insieme come costantemente avulsi da qualsiasi vicenda che non sia la loro personale vicenda. Il tempo cronologico e storico non è un elemento della narrativa di Jane Austen. O piuttosto, non lo è ancora. Con Persuasione, il tempo, nella sua doppia accezione di tempo cronologico e di tempo storico, entra di prepotenza nel suo mondo narrativo.

Dopo essere entrato in Persuasione, il tempo accompagna la mente e la mano della scrittrice anche nell’ultimo suo lavoro: in Sanditon, Mr. Parker è un uomo letteralmente proiettato verso il futuro, immerso completamente nello spirito di avanzamento esemplificato dall’accrescimento delle attività balneari a Sanditon. Questa sua predisposizione a “ciò che verrà” è evidenziata anche dalla assente nostalgia nei confronti della sua vecchia abitazione:

«Ah», disse Mr. Parker, «questa è la mia vecchia casa, la casa dei miei avi, la casa dove io e tutti i miei fratelli e sorelle siamo nati e cresciuti, e dove i miei tre figli maggiori sono nati, dove Mrs. Parker e io abbiamo vissuto fino a due anni fa, quando è stata ultimata la nostra nuova casa. Sono contento che vi piaccia. È una vecchia casa rispettabile, e Hillier la tiene con molta cura. Sapete, l’ho ceduta al mio maggiore affittuario. Egli ha ottenuto una casa più bella e io una sistemazione di gran lunga migliore!».

Tutto ciò contrasta notevolmente con l’indole della protagonista di Persuasione. Al contrario di Mr. Parker, infatti, Anne Elliot – oltre ad essere radicalmente ancorata al passato – è terribilmente sconcertata all’idea di separarsi da casa propria (questo anche perché Persuasione è per buona parte incentrato sui ricordi e sul passato – che ritorna con la seconda entrata in scena del capitano Wentworth). Mr. Parker è totalmente attratto dalla modernità (“«Modernità, ecco la modernità!», esultò Mr. Parker. «[…] Davvero entusiasmante! Bene, posso dire di aver fatto la mia parte… »”), mentre Anne è interiormente statica, non intende progredire poiché sa bene che il progresso le imporrebbe di dimenticare il suo amore, e questa è l’ultima cosa che ella riuscirebbe a sopportare.

Forse Jane Austen, dopo il costante attaccamento al passato descritto in Persuasione e la presa di conoscenza di ciò che il suo presente la stava condannando a sopportare (la consapevolezza della malattia in costante progressione) necessitava di elevare la propria prospettiva verso il futuro?

Che sia questo il ruolo di Mr. Parker?