Bentornati lettori!

Questo pomeriggio ho pensato di proporvi una di quelle tematiche un po’ scomode, ma che tutti noi amanti dei libri e delle storie abbiamo affrontato – almeno una volta nel nostro (più o meno) lungo peregrinare da un romanzo all’altro: i libri che non siamo riusciti a concludere.

Lo ammetto: fino a qualche anno fa, il solo pensiero di non portare a termine una lettura, un viaggio letterario, mi gettava nello sconforto più totale. Percepivo il tutto come un enorme fallimento, come una pesante sconfitta personale.

In verità, mi sono col tempo accorto di quanto scorretto fosse questo tipo di ragionamento. Partendo dal presupposto che la lettura è in primis un piacere, il pensiero generale che un libro debba essere letto per forza non può reggere. La lettura non può essere un forzatura. Deve esistere un personale pensiero critico che ci faccia comprendere – anche – che alcune narrazioni non fanno per noi, non si accordano col nostro sentire. Personalmente ho sempre visto i libri come dei possibili amici, dei compagni di viaggio. Delle persone, insomma. E come accade nella vita di tutti i giorni, nessuno di noi può essere “amico di tutti”; esisteranno sempre dei caratteri incompatibili, dei pensieri così distanti dal nostro dal risultarci finanche repellenti. Senza esagerare – si tratta, pur sempre, di un paragone – non vedo perché la stessa cosa non possa verificarsi anche con alcuni romanzi.

I libri sono i compagni che ci porteremo nel cuore per tutta la vita, quelli che vorremo presentare agli affetti, quelli che proporremo alle generazioni che ancora devono arrivare (in cuor mio, spero di essere quello zio da cui i nipoti e le nipoti verranno a chiedere consigli sulle migliori letture da fare durante le estati spensierate della giovinezza o le umide domeniche d’inverno). Per tutti questi motivi, credo sia indispensabile circondarsi di libri adatti a noi, storie che ci sappiano catturare davvero e appieno, personaggi d’immaginazione che sentiamo prossimi al nostro modo di intendere l’esistenza.

Solo così daremo il giusto valore alle ore trascorse in loro compagnia.

E dopo questa sfilza di righe zuccherose… siete curiosi di sapere quali sono i tre libri che “tutti hanno letto ma che io ho abbandonato“? Eccoli qui:

1) I pilastri della Terra di Ken Follett

Di questo librone ho sempre e solo sentito parlare bene, ma proprio non ce l’ho fatta. Ho superato la metà, ma poi ho ceduto di fronte a una storia che non era stata capace di appassionarmi e a personaggi che – a mio avviso – davvero non avevano proprio nulla da dire. Ho pensato più di una volta di riprenderlo in mano, ma ci sono così tanti viaggi di carta che voglio ancora compiere che davvero non me la sento di tornare in compagnia dei protagonisti di questa saga di Follett.

 

 

2) Le mille e una Notte

Le mille e una Notte è stata una vera e propria delusione. Avevo davvero voglia di tuffarmi in questa avventura esotica, così lontana dalla cultura Occidentale e nutrivo delle aspettative altissime (forse sono state proprio loro a fregarmi del tutto!). Mi aspettavo splendore, magia, misteri, favole e tradizioni in grado di catturarmi letteralmente e, invece, mi sono dovuto ricredere in pieno. Dei quattro libri che compongono l’edizione italiana di questo testo, ne ho letti due integralmente; poi mi sono fermato. Non credevo potessero esistere libri più noiosi di quelli di Balzac. La mia volontà di portarlo a termine è stata sconfitta dall’impossibilità di sopportare di rileggere praticamente la stessa storia ad ogni “capitolo”. Se fossi stato il sultano non sarei caduto nella trappola tessuta da Shéhérazade che, pur essendo “bella come la Luna piena” (eccentrica caratteristica comune alla maggior parte dei personaggi dei racconti), di certo non possiede una fervida fantasia come tanti tentano farci credere da secoli.

3) Anna Karenina di Lev Tolstoj

Non odiatemi, amanti della letteratura russa, ve ne prego! Io passeggio nelle campagne inglesi, sorseggio tazze di tè e svengo sul sofà insieme alle signorine vittoriane! Scherzi a parte, la letteratura russa mi agita particolarmente ed è molto distante dal mio personale gusto in fatto di scrittura. Le vicende della signorina Karenina e di tutti coloro che le ruotano attorno (e che ogni volta vengono chiamati con un nome, un soprannome, un cognome, un appellativo differente – giusto cielo, che confusione!) proprio non mi hanno coinvolto. Non ho ancora avuto nemmeno il coraggio di vedermi il film con Keira Knightley, pensate un po’!

 

 

Ebbene, anche per oggi siamo giunti alla conclusione. Spero di non aver urtato la sensibilità di nessuno con questi pareri del tutto personali. Ovviamente, adesso, sono più che curioso di scoprire quali sono le vostre bestioline nere, i romanzi che – per un motivo o per un altro – non siete riusciti a terminare. Aspetto le vostre confessioni! Come avete visto: siamo tutti in buona compagnia.

Alla prossima.