Ciao lettori!
Ogni mese che passa mi dimostra sempre più il modo in cui il tempo mi sta scivolando sotto i piedi, le giornate e le lancette. Non mi sono nemmeno reso conto di averlo vissuto – questo settembre 2020. Una sensazione assai nota, oramai, e che non fa altro se non acuire il senso di instabilità, incertezza e smarrimento.
Per fortuna, in questo inesorabile incedere involontario, abbiamo delle potenti ancore: i libri. In questo nono mese dell’anno ne ho letti cinque. Ve ne parlo brevemente in questo #WrapUp!

1) Orme, di Orma d’Orso (Gruppo Albatros Il Filo edizioni)

Orme è stato un viaggio affascinante e delicato, misterico e suadente all’interno del mondo della Natura, della connessione con il sé e dello sciamanesimo. Una serie di dialoghi tra un Maestro e un Discepolo accompagnano noi lettori alla scoperta del riflesso di luce in uno stagno, del significato delle circonferenze degli alberi, delle unioni tra anime e tra elementi naturali. Un libro da affrontare a cuore aperto. con tutto il desiderio, la curiosità e l’apertura d’orizzonte di legarsi, anche solo per la durata della lettura, a una filosofia di vita particolare, al modo di intendere gli eventi, le concretezze e i sogni di coloro che hanno continuato a ascoltare i sussurri del vento e lo scuotersi delle fronde, delle sensibilità che prediligono una silenziosa, ritirata passeggiata nella foresta al chiassoso andirivieni di quella che – molto spesso erroneamente – definiamo “civiltà”.

Un plauso anche alle splendide illustrazioni che impreziosiscono il volume. Presto ne uscirà una recensione approfondita su InkBooks.

Voto: 4/5 stelline

2) Jude l’Oscuro, di Thomas Hardy (Newton Compton editori)

Protagonista del Gruppo di Lettura organizzato dalla redazione di InkBooks per il mese di settembre 2020, l’ultimo romanzo compiuto del grande autore inglese Thomas Hardy ha, come da aspettative, spaccato in due l’anima e il cuore. Le narrazioni di Hardy riescono sempre a tingersi di tinte fosche e, al contempo, nitide e brillanti; i suoi personaggi restano in balia del volere del Destino (e dell’autore) presentandosi a noi in tutta la loro onesta trasparenza.

Nella fattispecie, il protagonista Jude (che dà il titolo al romanzo) compie un percorso, quasi fosse una sorta di rito iniziatico, che lo porta a abbandonare i propri sogni e le proprie aspettative in virtù di una consapevolezza maggiore – seppur meno felice. E, in fondo, non è ciò che accade a ciascuno di noi nel corso della vita?

Per chi non ha mai letto nulla di Thomas Hardy, non consiglio di iniziare con Jude l’Oscuro, quanto più con Via dalla pazza follaNel bosco.

Voto: 3.5/5 stelline

3) Kilmeny del frutteto, Lucy Maud Montgomery (Caravaggio editore)

Oramai lo so (e lo sapete – probabilmente – anche voi): la scrittura di Lucy Maud Montgomery e le sue trame così semplici eppure così preziose hanno assunto, nel corso degli ultimi due anni, il valore di carezze tiepide e ventate di profumo. Kilmeny del frutteto racconta, proprio come in una favola moderna, che il bene riesce a vincere sul male e che anche le cose impossibili possono, con la forza del cuore e dei sentimenti, concretizzarsi nell’inaspettato e nella meraviglia.

Una coccola dolce nei sentieri impervi che siamo costretti a percorrere, quella che la penna di Lucy Maud Montgomery ci regala attraverso le pagine e i personaggi di questo romanzo breve; un altro tassello grazioso della sua produzione che va a incastonarsi nella collana dei suoi volumi grazie alla sinergia tra la Caravaggio editore e Enrico de Luca.

Voto: 3.5/5 stelline

 

4) Amori sfigati, Chiara Rapaccini – RAP (DeA Planeta Libri/DeAgostini)

Nota al grande pubblico come fumettista e riconoscibilissima per mezzo del suo inconfondibile tratto, Chiara Rapaccini approda al romanzo con Amori sfigati, un’epopea intrisa di crudele ironia, concreto cinismo e umor nero che riesce a porre sul vassoio delle possibilità narrative molte sfaccettature delle relazioni umane – siano esse familiari, matrimoniali, sentimentali o amicali – sottoponendole a un interessante e incontrovertibile processo teso a evidenziarne le fragilità, le debolezze, gli aspetti cruciali che, troppo spesso, molti di noi ignorano, seppelliscono, scegliendo consapevolmente di non vederli (e di non vedere, di conseguenza, il dolore che – con la medesima coscienza – siamo capaci di provocare in coloro che con noi si relazionano).

Una bellissima prova d’autore, che insegna, ancora una volta, che è possibile parlare di profondità e realismo anche strappando una risata di sbieco a chi ci ascolta (in questo caso, ci legge).

Voto: 4/5 stelline

 

5) La forma del silenzio, Stefano Corbetta (Ponte alle Grazie)

Mi sono congedato da settembre con le ultime pagine del nuovo romanzo di Stefano Corbetta, edito Ponte alle Grazie, La forma del silenzio – una lettura che mi ha molto coinvolto. Incalzante e profondo, emotivamente potente e di grande impatto, questa storia riesce a catturare il lettore trasportandolo nell’emotività dei protagonisti, nella loro ricerca di un passato perduto, di affetti sepolti, di direzioni da incontrare e seguire. Bellissima la scrittura di Stefano Corbetta, carica di immagini e delineata con una delicatezza che nulla toglie alla scorrevolezza o all’appeal letterario.

Ne uscirà, prossimamente, una recensione completa su InkBooks.

Voto: 4/5 stelline

 

 

Abbiamo concluso anche questo riassunto mensile. I volumi che mi hanno tenuto compagnia a settembre mi sono, in realtà, piaciuti tutti e posso, quindi, dirmi pienamente soddisfatto – quantomeno in ambito libresco. Vedremo cosa avrà in serbo per me e per le mie immaginazioni cartacee il prossimo mese.

A presto!