“Dovrei dirti che ti amo, vero?” dirà allontanandosi.
“Però no. Non è quello che vorresti sentire. Tu vorresti da me la sicurezza che il mio amarti non ti farà del male”

Valentina Durante sceglie la forma letteraria più intima per farci conoscere il suo protagonista e la storia che egli stesso – in prima persona – ci narra: Enne (edito Voland) è, infatti, un romanzo epistolare a tutti gli effetti, l’unione di dieci lettere, di breve e media lunghezza, che andranno a costituire il racconto di un’esistenza, la confessione di una fragilità, la retrospettiva di una vita divisa tra il dolore e la scopofilia.

Scosso da un lutto prematuro e inaspettato, il protagonista di Enne (di cui, per evitare spoiler, non mi sento di svelare l’identità in questo articolo) si autocondanna a una sorta di isolamento curativo, fatto di solitudine carezzevole, ricordi da rimuovere e gestualità reiterate, maniacali – dei veri e propri riti.

Nulla cambia nella mia vita, nulla si modifica; il mio viso invecchia perché l’invecchiamento è una legge di natura alla quale non posso sottrarmi (né vedrei motivi per farlo), ma la mia vita – la vita che invece posso dominare – resta perfettamente immobile.

Ed è proprio la ritualità a rappresentare concretamente lo status di fragilità della psiche del protagonista di Enne: nel descrivere con costanza, quasi fino allo sfinimento, le medesime azioni (il distanziamento dei vasetti di vetro sulla mensola di legno, l’esatta ripetizione dei movimenti per la pulizia delle stoviglie, gli autoscatti sempre identici, le code all’ufficio postale), si rende evidente la progressiva autodistruzione che l’uomo si infligge. Più egli cerca di incasellare e controllare le azioni e le abitudini, più l’incontrovertibilità dell’ipotetico che attraversa tutti i Destini umani sembra divertirsi a porlo dinnanzi alla necessità di rinunciare a queste manie superflue, improduttive e malsane.

Sarà proprio a questa sorta di bivio con se stesso che il protagonista di Enne verrà condotto – e noi con lui, a scoprire il senso che si cela dietro una corrispondenza che appare, man mano che si procede con la lettura, sempre più impalpabile, sempre meno sensata – fino a un epilogo che si colora, forse, di accettazione e rassegnazione.

“Noi non possiamo rifiutarci di ascoltare. Possiamo escludere un’informazione dal nostro campo visivo voltandoci da un’altra parte, o chiudendo gli occhi, ma nel caso dei suoni non è possibile. Non possiamo chiudere le orecchie, non ci è consentito voltare le orecchie da un’altra parte. […] Noi crediamo di vedere. In realtà noi soprattutto sentiamo.”

Enne, di Valentina Durante, è stato il romanzo protagonista del progetto #RagazziTraLePagine dei mesi di novembre-dicembre 2020.

Dati tecnici:

Titolo: Enne
Autore: Valentina Durante
Editore: Voland
Collana: Amazzoni
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 29 ottobre 2020
Pagine: 176 p., Brossura
ISBN: 9788862434126