Buon ultimo dell’anno cari lettori!
Salutando questo indimenticabile 2020, vi porto anche l’ultimo #WrapUp mensile – ovviamente quello dedicato ai libri letti nel mese di dicembre (che sono stati dieci). Facendo un piccolo bilancio generale delle letture di questo 2020, posso dire di essere soddisfatto: ho letto molto, variando sia a livello di genere, di autore, di nazionalità, di voluminosità dei testi; ci sono state alcune perle, determinate scoperte e anche qualche flop terribile. A fine 2020 – e a conti fatti – posso dire di aver letto 82 libri, per un totale di 18.994 pagine. Non ho ancora obiettivi concreti per il prossimo anno, solo qualche desiderio che mi piacerebbe realizzare (e alcuni autori da affrontare, come George Eliot o Marcel Proust). Naturalmente, sarete aggiornati su tutto!

Iniziamo, però, questa lunga carrellata di titoli e brevi opinioni:

1) Leggende groenlandesi (Iperborea)

Quando prenderete il biglietto immaginario verso le Leggende groenlandesi, non aspettatevi divinità goderecce, imprese eroiche o impressionanti incantesimi; le storie tradizionali che compongono questo volume edito Iperborea, infatti, il vivo e coerente manifesto del popolo da cui hanno avuto origine. I protagonisti e le vicissitudini descritti in queste pagine, infatti, si interfacciano in maniera inequivocabile con la localizzazione geografica e la posizione del popolo Inuit, restituendo un esito privo dei fronzoli a cui la mitologia mediterranea ci ha abituati.

Le Leggende groenlandesi sono una preziosa occasione, un’opportunità da sfruttare per mettersi in connessione con un popolo e una tradizione così distante dalla nostra da rendere impossibili l’interesse e la curiosità.

Ne uscirà prossimamente una mia recensione completa sul portale InkBooks.

Voto: 2/5 stelline

 

2) Scacco matto tra le stelle, di Alessandro Barbaglia (Mondadori)

Scacco matto tra le stelle – ed. Mondadori – primo romanzo che Alessandro Barbaglia ha pensato (anche) per un pubblico “più giovane” ci catapulta a Miasino, un paesello che si specchia tra le acque del Lago d’Orta, dove tutto appare sospeso in un tempo impalpabile. Tichi e Vichi, i due giovani protagonisti, quasi per gioco iscriveranno il padre di Tichi – colpito da un mutismo, da una stasi e da un’indolenza apparentemente senza spiegazione – a un torneo di scacchi. Con l’aiuto del fido Nonno Ingranaggio – e non senza una buona dose di azioni persuasive – gli adulti e i bambini uniranno i propri sogni e le conoscenze, giungendo alla meta più importante e luminosa: il perdono di se stessi. Perché quello che Scacco matto tra le stelle ci insegna è che non è davvero importante l’esito, quanto più il cammino; non importano i mezzi, le direzioni, il premio finale. Ciò che davvero rende vittoriosa un’anima è la sua capacità di tornare a splendere, anche dopo un buio che può sembrare impenetrabile, anche dopo aver assorbito un dolore che ritenevamo insanabile. Perché solo seguendo le nostre direzioni splendenti, solo confidando nei domani, avremo sempre a disposizione una mossa segreta per giocare il nostro “scacco matto”.

Potete leggere la mia recensione completa sul portale InkBooks, cliccando qui.

Voto: 5/5 stelline

3) Enne, di Valentina Durante (Voland)

Di questo romanzo, letto in occasione del progetto #RagazziTraLePagine dei mesi di novembre/dicembre 2020 ne è uscito un articolo di approfondimento sul blog, al quale vi rimando per saperne di più. Potete leggerlo cliccando qui.

 

 

 

 

 

4) La donna dei fiori di carta, di Donato Carrisi (TEA)

Un romanzo acquistato dopo un tiepido suggerimento e affrontato con tutta la curiosità di cui necessitava; mi sono innamorato di queste pagine a tal punto che ho regalato una copia de La donna dei fiori di carta a un’amica, per Natale. Un viaggio davvero incantato e suggestivo, opera di un Carrisi che si distacca – per fortuna – dalla sua produzione più classica, permettendo anche a coloro (come me) che non amano prettamente il suo genere di godere della fluidità ipnotica delle sue righe. Una gradevolissima scoperta e – onestamente – uno dei libri più belli letti in questo 2020.

Voto: 5/5 stelline

 

 

 

5) Con le ali sbagliate, Gabriele Clima (Uovonero edizioni)

Un romanzo a tematica LGBT che affronta il tema non facile dei cosiddetti “centri di riabilitazione per omosessuali”, una realtà tetra e raccapricciante purtroppo ancora esistente. Gabriele Clima, però, tratta il tutto con una competenza, una sensibilità e una penna capace di “alleggerire” la pesantezza della tematica, rendendola dunque fruibile e consentendo ai lettori – forse anche ai lettori più reticenti? – di empatizzare con Nino e gli altri personaggi del romanzo.

Una storia spontanea e naturale, proprio come il concetto che sta dietro alla bellissima metafora delle ali di farfalla; una trama che tutti dovremmo assorbire, per cercare di imparare a comprendere lo splendore dell’unicità di ciascuno di noi,

Voto: 3/5 stelline

 

6) Altri libertini, Pier Vittorio Tondelli (Bompiani)

Ho amato la scrittura e la sensibilità di Tondelli nel suo Camere separate e, probabilmente, ho sbagliato nell’approcciarmi a Altri libertini con la memoria dell’esperienza precedente (di nuovo, le aspettative dimostrano di essere delle pessime consigliere! Margaret docet!). Errore mio, senza dubbio. Poiché non posso assegnare errori a un autore del calibro di Pier Vittorio Tondelli. Altri libertini è il primissimo testo dato alle stampa dall’autore e si compone di sei racconti medio-lunghi che vedono come protagonisti dei giovanissimi emiliani degli anni Settanta, in piena tempesta ormonale, in piena crisi sociale e in pieno abuso di sostanze, alcool e sesso. Un’ode al libertinaggio? Anche. Più che altro, come la stessa Postfazione fa notare, un potente esercizio di scrittura, di costruzione di dialoghi e scambi verbali, l’atto di rivendicazione di una generazione “allo sbando”. E, alla fine dell’antologia, viene da chiedersi come avremmo agito noi – abitanti del “nuovo millennio” – se fossimo stati al posto degli altri libertini?

Voto: 2/5 stelline (mea culpa!)

7) Inconfutabili prove dell’esistenza di Babbo Natale. L’incredibile caso di Anna Nera, di Alessandro Corea (La Torre dei Venti)

Anche in questo caso, per questo romanzo è uscito un articolo di approfondimento e recensione sul blog, al quale vi rimando per saperne di più. Potete leggerlo cliccando qui.

 

 

 

 

 

 

 

8) Scale di fuoco, di Anaïs Nin (Fazi)

In maniera pressoché identica a quanto accaduto con l’antologia di Pier Vittorio Tondelli, anche in questo caso il mio nuovo approccio con l’autrice Anaïs Nin non è stato ugualmente felice com’era accaduto la prima volta. Tanto avevo amato il suo La casa dell’incesto, tanto sono rimasto spiazzato – e un pochino deluso – da Scale di fuoco. Se nella prima parte di questo testo ho riconosciuto la penna conturbante e ipnotica della Nin, ahimé nella seconda parte ho percepito uno scivolone confuso che mi ha gettato in un universo di dubbi e punti di domanda. Ho compreso l’intento autorale solo grazie alla Postfazione, ma senza questo apparato critico non avrei mai dato senso al vaneggiamento che segue l’arrivo – e la persistenza, talvolta fastidiosa – del personaggio di Jay. Darò nuove chance a questa autrice e spero che i prossimi viaggi di carta in sua compagnia mi riportino al colpo di fulmine che La casa dell’incesto mi aveva regalato.

Voto: 2/5 stelline

 

 

9) I divoratori, Stefano Sgambati (Mondadori)

Non ho molto da dire su questo romanzo, se non il fatto che non l’ho per niente capito. Mi sono costretto a terminarlo nella speranza di scoprire quale fosse il senso delle sue duecento pagine, ma non ne ho trovato – nemmeno sforzandomi – alcuno. A lettura ultimata (erano quasi le due di notte) ho cercato in rete altre recensioni e pareri più dotti del mio che potessero illuminarmi: oltre a quelle concordi con la mia schietta opinione, ne ho trovate alcune che urlano al capolavoro, ma senza effettivamente spiegarne il perché.

Quindi mi sono detto che, forse, va bene così e che, talvolta, un libro può semplicemente non piacerci.

Voto: 1/5 stelline

 

 

10) Naviga le tue stelle, Jesmyn Ward (NNEditore)

Non potevo chiudere l’anno in maniera migliore: con una lacrima di commozioneNaviga le tue stelle non è un romanzo, è un discorso tenuto dalla stessa autrice – Jesmyn Ward – presso la Tulane University. Un inno autobiografico, il breve accenno a un percorso in cui ciascuno di noi, coi propri sogni e le proprie prospettive di felicità, può rispecchiarsi, l’invito prezioso a non arrendersi e – soprattutto – a confidare, ad avere pazienza. Pazienza: una virtù che il nostro mondo e la quotidianità della contemporaneità ci ha fatto troppo spesso smarrire. E, quindi, recuperiamo la pazienza nell’anno che sta per nascere; facciamo della pazienza la nostra compagna imprescindibile. Perché solo dopo aver avuto la giusta dose di pazienza, potremo navigare con i giusti strumenti verso le nostre stelle più splendenti.

Voto: 4/5 stelline (raggiunte dopo aver pazientemente navigato – s’intende!)

 

 

Si chiude questo ultimo post del 2020, esattamente come si chiude l’anno di letture e l’anno solare; un anno che resterà indelebile nelle nostre coscienze e nelle nostre memorie. Non ho particolari programmi o obiettivi letterari per il 2021; vorrei solo una pacata dose di serenità.

Auguri a tutti, di cuore. Ci leggiamo nel 2021!
Matteo